Ci sono casi in cui la ciambella non deve venire col buco.
Se decidete di preparare quella emiliana, ad esempio.
Eh, sì.
La ciambella emiliana, o ciambella dura, è proprio una ciambella senza buco!
Dolce ricco di storia, che affonda le sue radici gastronomiche nel XIII secolo, il cui nome originario, col quale pure la si continua a chiamare ancora oggi, è brazadela.
Brazadela, infatti, è il termine dialettale che stava ad indicare il fatto che un tempo, dopo la cottura fatta sui coperchi delle pentole, arrotolata attorno ai pomelli (che il buco, invece, glielo davano eccome!) venisse servita proprio infilata nel braccio destro, perché col sinistro si versava il vino!
È col vino, infatti, ed a fine pasto, che la brazadela va servita perché se ne assapori tutto il suo gusto semplice ed antico.
Un biscottone profumatissimo, divino se inzuppato anche in qualcosa di meno alcolico (e più adatto alla colazione!) che ho voluto preparare proprio come si faceva una volta, con lo strutto, cercando di rispettare e preservare il più possibile quella tradizione popolare che tanto mi è cara.
Quindi che brazadela sia.
Perché possono essere perfette anche quelle cose che non hanno le caratteristiche canonizzate, quelle che le guardi e quasi non le riconosci, quelle dissimili dal comune sentire, dal comune pensare.
Quelle diverse.
Quelle inconsuete.
Quelle desuete.
Quelle senza buco.
❤️
INGREDIENTI
-
500 g farina
-
100 g strutto
-
180 g zucchero
-
5 g sale
-
3 uova medie
-
1 limone non trattato (buccia grattugiata)
-
1 bustina lievito per dolci
-
1 bicchierino di liquore (anice, maraschino)
-
granella di zucchero a volontà
PROCEDIMENTO
Setacciare farina, zucchero e lievito e formare una fontana.
Rompere le uova nel centro della fontana, aggiungere la scorza grattugiata del limone ed iniziare ad impastare (questo dolce si può realizzare tranquillamente impastando a mano, ma se voleste utilizzare l’impastatrice, montate il gancio a foglia, quello adatto alla lavorazione della pasta frolla).
Unire lo strutto ammorbidito, il sale, ed, infine, il liquore.
Amalgamare e lavorare bene gli ingredienti fino ad ottenere un impasto compatto e morbido, simile, per consistenza, a quello di una pasta frolla.
Modellare l’impasto sul piano da lavoro, realizzando dapprima un salsicciotto, per poi appiattirlo delicatamente, fino a formare un ovale dello spessore di circa 3 cm.
Trasferire la ciambella senza buco su una teglia rivestita di carta forno, quindi spennellare la superficie con del rosso d’uovo sbattuto, e cospargere uniformemente con abbondante zucchero in granella, avendo cura di pressare leggermente la granella nell’impasto in modo da evitare che si stacchi nel corso della lievitazione durante la cottura.


Cuocere la ciambella emiliana in forno statico, preriscaldato, a 180 gradi, per circa 35/40 minuti: come sempre i tempi di cottura non sono perfettamente calcolabili…potrebbero volerci anche una decina di minuti in più rispetto a quelli indicati, perciò munitevi del fido stecchino di legno e fate la prova prima di sfornare.
E’ importante che al dolce venga riservato il giusto tempo di cottura perché il rischio di ottenere un biscotto gigante troppo secco ed asciutto è davvero dietro l’angolo!
Per questo, altro utile accorgimento per scongiurare il pericolo che una cottura molto lunga scurisca eccessivamente la superficie del dolce, è quello di inserire un foglio di carta stagnola sulla grata superiore del forno.
Per essere certi del giusto livello di cottura, comunque, fate attenzione all’aspetto: a cottura ultimata noterete che la ciambella si sarà leggermente gonfiata ed in qualche punto, sulla superficie, saranno comparse alcune crepe.


La brazadela è davvero buonissima, come solo le cose semplici sanno essere.
Inzuppare per credere!